Introduzione alla Carta di Bologna

I Sindaci e rappresentanti delle Città metropolitane, riuniti a Bologna l’8 giugno 2017 in occasione dell’incontro dei Ministri all’Ambiente dei paesi del G7, hanno sottoscritto la Carta di Bologna per l’Ambiente. L’Amministrazione comunale di Palermo ha aderito alla carta di Bologna.

Obiettivi della Carta di Bologna

Gli obiettivi di riferimento delle agende metropolitane per lo sviluppo sostenibile sono i seguenti.

1 - Uso sostenibile del suolo e soluzioni basate sui processi naturali

Obiettivi internazionali

L’obiettivo europeo è l’azzeramento del consumo netto di suolo al 2050 (ridurre il consumo medio a 1,6 mq/ab l’anno al 2020) e l’Agenda Onu richiede lo sforzo di anticiparlo al 2030.

Obiettivi per le Città metropolitane e le aree urbane

  • Ridurre del 20% il proprio consumo netto di suolo al 2020 (dai 2 attuali a 1,6 mq/ab l’anno di media nazionale).
  • Centrare le politiche urbanistiche sulla rigenerazione urbana. Interrompere i processi di dispersione insediativa al fine di aumentare la qualità urbana e preservare quella ambientale. Prevedere sviluppo urbanistico solo in presenza di trasporto pubblico sostenibile e dei principali servizi al cittadino sia pubblici che privati.
  • Promuovere una pianificazione del territorio ed una gestione ambientale integrate per aumentare la coerenza delle politiche incoraggiando la partecipazione dei cittadini. Prevedere la definizione di prospettive strategiche di lungo termine coinvolgendo livelli e ambiti amministrativi diversi al fine di creare aree urbane di alta qualità.

Prospettive nazionali

  • Approvazione sollecita del disegno di legge sul consumo di suolo in discussione al Senato, con una modifica che differenzi gli oneri di edificazione tra suolo libero e suolo già compromesso.
  • Creazione della banca dati degli edifici e delle aree dismesse disponibili per il recupero e il riuso prevista dal disegno di legge.
  • Piano di azione nazionale concordato con Regioni ed enti locali per il conseguimento dell’obiettivo.
  • Accelerazione dei processi di bonifica dei suoli nei Siti di importanza nazionale (Sin).

2 - Economia circolare

Obiettivi internazionali

  • Il Piano d’azione europeo per l’economia circolare del 2015 prevede al 2030:

      1. il riutilizzo e il riciclo del 65% dei rifiuti;
      1. il riciclo del 75% dei rifiuti da imballaggio;
      1. la riduzione al massimo al 10% del collocamento dei rifiuti in discarica;
      1. incentivi alle produzioni ecocompatibili che evitano la produzione di rifiuti.
  • La Commissione ambiente del Parlamento europeo il 24.1.2017 ha proposto il 70% del riutilizzo e riciclo o dei rifiuti e al massimo il 5% del loro collocamento in discarica al 2030.

Obiettivi per le Città metropolitane e le aree urbane

  • Raggiungere gli obiettivi europei più ambiziosi (riciclo 70%, discarica max 5% dei rifiuti) al 2030 riducendo la produzione dei rifiuti al di sotto della media europea e portando la raccolta differenziata ad almeno il 70% nel 2025 e l’80% nel 2030 (47,5% nel 2015 a livello nazionale).

Prospettive nazionali

  • Impegno prioritario sulle aree metropolitane nelle quali il problema della gestione dei rifiuti non è risolto.
  • Piano di azione nazionale sull’economia circolare per recuperare il ritardo accumulato.
  • Promozione della prevenzione dei rifiuti rafforzando le misure già previste nel Piano nazionale del 2013 che va aggiornato in base ai nuovi obiettivi europei.

3 - Adattamento ai cambiamenti climatici e riduzione del rischio

Obiettivi internazionali

  • Il quadro di riferimento europeo è la Strategia di adattamento ai cambiamenti climatici del 2013. Essa definisce le azioni per promuovere l’adattamento all’interno dell’UE, migliorando il processo decisionale e concentrandosi sui settori più vulnerabili.
  • Il tema dell’adattamento riguarda anche la sicurezza del territorio trattata, in particolare, nella direttiva europea relativa alla gestione del rischio alluvioni del 2007.

Obiettivi per le Città metropolitane e le aree urbane

  • Redigere Piani locali di adattamento ai cambiamenti climatici (Nuovo Patto dei Sindaci per il Clima e l’energia 2015) e di prevenzione dei rischi di disastri integrati tra di loro e con gli altri strumenti di pianificazione per poter essere operativi entro il 2020 e avviare le azioni utili per raggiungere gli obiettivi.
  • Riconoscere le infrastrutture verdi come elementi indispensabili per l’adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici, per l’aumento della resilienza dei territori e per la valorizzazione dei servizi ecosistemici (servizi di fornitura o approvvigionamento, di regolazione, culturali, di supporto secondo la definizione del Millennium ecosystem assessment).

Prospettive nazionali

  • Integrazione tra le iniziative Italia Sicura, Casa Italia e la Strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici del Ministero dell’Ambiente superando l’attuale separazione con il Sendai framework for disaster risk reduction 2015-2030 del Dipartimento per la Protezione civile, anche attraverso una rendicontazione periodica delle risorse allocate e degli interventi realizzati.
  • Strategia nazionale per la rigenerazione urbana che coordini gli interventi sulle periferie, per la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio esistente e per la sicurezza sismica e idrogeologica.
  • Norme legislative per l’inserimento dei criteri di resilienza al cambiamento climatico negli atti di pianificazione del territorio e nella progettazione di opere infrastrutturali pubbliche e private.
  • Coordinamento tra le politiche dei diversi livelli di governo e delle relative strutture tecniche operative (Ministero dello Sviluppo economico, Ministero dell’Ambiente, Regioni ed enti locali) per pervenire ad un vero e proprio Sistema nazionale per la sostenibilità climatica ed energetica, con precisi obblighi per supportare adeguatamente gli enti territoriali.
  • Attuazione rigorosa della norma della legge di Bilancio per il 2017 (legge n. 232 del 2016, articolo 1, comma 460) che dal 2018 prevede la destinazione esclusiva degli oneri di urbanizzazione alla realizzazione delle opere e ad interventi di rigenerazione urbana e di riqualificazione dell’ambiente compresa la prevenzione e la mitigazione del rischio idrogeologico e sismico.

4 - Transizione energetica

Obiettivi internazionali

  • La Comunicazione della Commissione del novembre 2016 prevede al 2030:

      1. riduzione delle emissioni di gas serra del 40% rispetto ai livelli del 1990;
      1. miglioramento dell’efficienza energetica del 30%;
      1. 27% dell’energia prodotta da fonti rinnovabili.
  • Si calcola che per raggiungere l’obiettivo fondamentale dell’accordo della Cop 21 di Parigi, cioè il contenimento dell’aumento di temperatura al di sotto di 2° C raggiungendo la soglia di 1,5° C, gli obiettivi Ue al 2030 andrebbero rivisti in modo ancor più ambizioso.

Obiettivi per le città metropolitane e le aree urbane

Anticipare al 2025 gli obiettivi europei al 2030 anche attraverso i Piani di azione per l’energia sostenibile e il clima (Paesc) del Nuovo Patto dei Sindaci.

Prospettive nazionali

  • Revisione della Strategia energetica nazionale alla luce dell’obiettivo della Cop 21 di Parigi, coinvolgendo i Comuni e le Città metropolitane.
  • Impegno per una politica energetica europea che metta in primo piano i cittadini, per una più equa valorizzazione dell’energia prodotta e distribuita.
  • Coordinamento nazionale tra tutti i soggetti e tutti i livelli di governo per il conseguimento degli obiettivi stabiliti superando l’attuale frammentazione tra le competenze dei diversi Ministeri.
  • Sostegno alle città per l’attuazione dei Paesc e obbligo di fornitura con dettaglio comunale dei dati sui consumi energetici da parte degli erogatori dei servizi.

5 - Qualità dell’aria

Obiettivi internazionali

  • I limiti europei vigenti per il particolato sono: per il Pm10 40 μg/mc come media annuale e 50 μg/mc come valore giornaliero che non può essere superato per più di 35 giorni l’anno; per il Pm2,5 25 μg/mc come media annuale. Il limite massimo stabilito dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) per il Pm2,5 è di 10 μg/mc.

Obiettivi per le Città metropolitane e le aree urbane

  • Rispetto dei limiti per i l Pm10, superando le procedure di infrazione Ue verso l’Italia, e rispetto del limite stabilito dall’Oms per il particolato sottile di 10 μg/mc, più restrittivo di quello europeo, entro il 2025.

Prospettive

  • Concertazione interistituzionale con il Tavolo per la qualità dell’aria istituito presso il Ministero dell’Ambiente per il monitoraggio dei risultati conseguiti con il Protocollo di Intesa per la qualità dell’aria sottoscritto il 30 dicembre 2015 tra Ministero dell’Ambiente, Regioni e Anci e delle relative azioni immediate individuate il 2 febbraio 2016.
  • Promozione da parte delle Regioni di accordi di programma fra i diversi enti territoriali per coordinare le politiche di contrasto delle emissioni inquinanti in atmosfera che comprendano misure di livello locale (blocchi del traffico, Zone a traffico limitato, congestion charge, ecc.) e nazionale (incentivi per il rinnovo degli impianti di riscaldamento, per la mobilità sostenibile, ecc.). Riconversione del parco veicolare (green vehicles), con un forte ridimensionamento della motorizzazione diesel in favore di veicoli meno inquinanti attraverso specifiche limitazioni alla circolazione e politiche fiscali premianti.
  • Evoluzione dei sistemi di monitoraggio per una migliore comprensione dei fenomeni di inquinamento e delle loro sorgenti, attraverso strumenti di analisi in grado di prevedere i picchi di inquinamento e rendere possibile la programmazione anticipata degli interventi di contrasto come i blocchi del traffico.
  • Sviluppo di strumenti di informazione e comunicazione univoci e coordinati.
  • Verifica dello stato di attuazione dei Piani regionali e del Piano congiunto Governo – Regioni della Pianura padana del 2013, per valutare l’efficacia delle azioni adottate nei diversi ambiti (trasporti, industria, agricoltura, energia) e la messa a sistema dei relativi interventi.

6 - Qualità delle acque

Obiettivi internazionali

  • La direttiva Ue quadro sulle acque del 2000 si è proposta di prevenire il loro deterioramento qualitativo e quantitativo, di raggiungere lo stato di buono per tutte le acque entro il 31 dicembre 2015, di assicurarne un utilizzo sostenibile, di gestire le risorse idriche in bacini 7 idrografici.

Obiettivi per le Città metropolitane e le aree urbane

  • Ridurre entro la soglia fisiologica del 10–20% le perdite delle reti di distribuzione idrica entro il 2030 (2/3 terzi in meno rispetto ad oggi) e migliorare lo stato degli ecosistemi acquatici portandoli allo stato di buono per tutte le acque entro il 2025.

Prospettive nazionali

  • Piano nazionale di ammodernamento delle reti di distribuzione idrica.
  • Aggiornamento dei Piani di ambito del servizio idrico integrato sulle base di Water safety plan per garantire la salute e la biodiversità delle acque.
  • Miglioramento dello stato di depurazione attraverso l’attuazione della direttiva Ue 91/271/Cee, per la quale sono in corso tre procedimenti di infrazione contro l’Italia, anche al fine di aumentare la qualità dei corpi idrici ricettori marini, lacustri e fluviali con un impatto positivo sulla biodiversità.
  • Innovazione delle attività agricole e zootecniche per ridurre il carico inquinante sulle acque superficiali.
  • Programmazione dell’uso delle risorse idriche a livello di bacino per rendere compatibili le esigenze delle aree urbane con le altre compresa la produzione di energia.
  • Divieto di rilascio di concessioni di derivazione d’acqua a scopo idroelettrico nei Siti di importanza comunitaria (Sic) e nelle Zone speciali di conservazione (Zsc), nelle aree protette ricadenti nei territori facenti parte dei Bacini imbriferi montani (Bim), nei bacini idrografici la cui superficie sottesa dall’impianto in progetto sia minore di 10 kmq. Abrogazione delle tariffe incentivate per gli impianti di potenza installata inferiore o uguale a 1 Mw con l’eccezione di quelli che utilizzino infrastrutture acquedottistiche o quelli costruiti su canali a destinazione irrigua, purché utilizzino esclusivamente le acque già concesse, nei limiti delle portate istantanee e dei periodi di utilizzo. Destinazione di almeno il 10% dell’importo complessivo annuo dei proventi dei canoni derivanti dalle concessioni ad interventi di miglioramento delle reti irrigue e di riconversione dei sistemi di irrigazione con preferenza verso il sistema a goccia.

7 - Ecosistemi, verde urbano e tutela della biodiversità

Obiettivi internazionali

  • La direttiva Ue Natura 2000 prevede la conservazione degli habitat naturali, il tema è trattato dalla Comunicazione della Commissione europea del 2013 sulle Infrastrutture verdi ed è compreso nel nuovo Patto dei Sindaci del 2015 per l’adattamento ai cambiamenti climatici. Nel 2011 l’Ue ha adottato una Strategia per proteggere e migliorare lo stato della biodiversità nel decennio successivo.

Obiettivi per le Città metropolitane e le aree urbane

  • Raggiungere i 45 mq di superficie media di verde urbano per abitante entro il 2030, il 50% in più rispetto al 2014, portandola alla dotazione attualmente più elevata.
  • Qualificare le domande di espansione insediativa e di nuova infrastrutturazione attraverso il controllo della forma urbana e della distribuzione territoriale riconoscendo l’irriproducibilità della risorsa suolo, soprattutto quello fertile, assicurando il mantenimento della biodiversità e prevedendo la realizzazione delle infrastrutture verdi.
  • Ridurre il consumo di suolo anche attraverso l’attuazione delle reti ecologiche per creare sistemi connessi che comprendano aree protette del sistema verde della Rete Natura 2000, boschi e foreste, aste fluviali con annesse fasce boscate e le piccole aree lacustri e umide (stepping stones) per la sosta e il ripopolamento dell’avifauna.
  • Promuovere un utilizzo razionale delle risorse naturali sostenendo la gestione e la valorizzazione paesaggistica quali occasioni per rafforzare e promuovere la nascita di filiere produttive, per accrescere la sicurezza idrogeologica, per promuovere la green economy, per fornire servizi per il tempo libero e per aumentare il benessere e la qualità della vita dei cittadini.

Prospettive nazionali

  • Riconoscimento del verde urbano nella sua totalità (pubblico, privato, urbano, periurbano) oltre la concezione di semplice standard urbanistico e previsione di adeguate soluzioni finanziarie per la sua manutenzione.
  • Pianificazione di nuove categorie di aree e infrastrutture verdi adatte a fronteggiare il riscaldamento climatico.
  • Incentivo all’inserimento della componente vegetale nelle ristrutturazioni edilizie e nelle nuove edificazioni.
  • Promozione di meccanismi compensativi preventivi per le trasformazioni territoriali.
  • Quantificare le opere di compensazione ecologico-ambientale da richiedere ai proponenti nell’ambito dei procedimenti di Valutazione Ambientale in termini di superficie, tipologia, valore economico corrispondente in relazione ai diversi tipi di intervento.

8 - Mobilità sostenibile

Obiettivi internazionali

  • Il Libro Bianco sui trasporti della Ue del 2011 ha fissato obiettivi fondamentali che sono stati ribaditi nel Pacchetto per la mobilità sostenibile del 2013. Fra questi, dimezzare l’uso delle auto alimentate con carburanti tradizionali entro il 2030 ed eliminarlo entro il 2050.
  • La Direttiva europea 2014/94/Ue del 22 ottobre 2014 sulla realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi, recepita con il decreto legislativo n. 257 del 2016, regola l’adozione di un Quadro strategico nazionale per lo sviluppo del mercato dei combustibili alternativi nel settore dei trasporti, al fine di ridurre la dipendenza dal petrolio e attenuare l’impatto ambientale, e stabilisce requisiti minimi per la costruzione della relativa infrastruttura.

Obiettivi per le Città metropolitane e le aree urbane

  • Raggiungere almeno il 50% del riparto modale tra auto e moto e le altre forme di mobilità entro il 2020 e approvazione a questo fine dei Piani metropolitani per la mobilità sostenibile.

Prospettive nazionali

  • Piano strategico per la mobilità sostenibile, da elaborare entro il 30 giugno 2017 in base alla legge n. 232 del 2016, e Piano di azione nazionale per sostenere le città nel perseguimento degli obiettivi Ue.
  • Incremento degli investimenti per recuperare il ritardo nella dotazione di infrastrutture di trasporto pubblico delle città italiane, anche mediante assegnazione diretta del Fondo per il Trasporto pubblico locale (Tpl) alle Città metropolitane.
  • Incentivi - monetari, fiscali, di soft policy - ai sistemi di trasporto intelligente, alla mobilità elettrica, alla mobilità a basse emissioni (Fondo per la mobilità sostenibile nel collegato ambientale alla legge di Stabilità per il 2016).
  • Rispetto degli obiettivi e dei tempi contenuti nel decreto legislativo n. 257 del 2016 per la realizzazione di un’infrastruttura per i combustibili alternativi in coerenza con il Piano infrastrutturale nazionale di ricarica elettrica da attuare in accordo con le città e le Regioni.
  • Attuazione di quanto contenuto nel documento Elementi per una roadmap per la mobilità sostenibile elaborato dal Tavolo sulla mobilità della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ed elaborazione da parte di Anci di linee guida per i comuni al fine di omogeneizzare la regolamentazione urbana della mobilità, compresa la limitazione alla circolazione dei veicoli più inquinanti nelle aree urbane con particolare riferimento ai motori diesel.